martedì 17 maggio 2011

Spiegare il Razzismo...

Un giornalista scrittore spiega alla propria figlia di undici anni che cos'è il razzismo, rispondendo alla sue domande come un intervista.


-Dimmi babbo, cos'è il razzismo?
-Tra le cose che ci sono al mondo, il razzismo è la meglio distribuita. E' un comportamento piuttosto diffuso, comune a tutte le società tanto da diventare, ahimè, banale. Esso consiste nel manifestare diffidenza e poi disprezzo per le persone hanno caratteristiche fisiche e culturali diverse dalle nostre.


-Allora anch'io potrei essere razzista!
-Intanto la natura spontanea dei bambini non è razzista. Un bambino non nasce razzista. E se i suoi genitori o i suoi familiari non gli hanno messo in testa idee razziste, non c'è ragione perchè lo diventi. Se, per esempio, ti facessero credere che quelli con la pelle bianca sono superiori a quelli che c'è l'hanno nera, e se tu prendessi per oro colato questa affermazione, potresti assumere un atteggiamento razzista nei confronti dei neri.


-Cosa vuol dire essere superiori?
-Per esempio, credere che uno, per il fatto che ha la pelle bianca, sia più intelligente di qualcuno che ha le pelle di un altro colore, nera o gialla.
In altre parole,l'aspetto fisico del corpo umano, che ci differenzia uno dall'altro, non implica alcune diseguaglianza.
Il razzista è colui che pensa che tutto ciò che è troppo differente da lui lo minacci nella sua tranquillità.


-E' dunque il razzista che si sente minacciato?
-Sì, perchè ha paura di chi non gli rassomiglia. La diversità è il contrario della rassomiglianza.
E' l'ignoranza ad alimentare la sua paura. Guarda per esempio i nostri vicini di casa. Per molto tempo si sono mostrati diffidenti verso di noi, fino al giorno in cui gli abbiamo invitati a mangiare il cascus. Ai loro occhi abbiamo messo di apparire pericolosi, anche se siamo originari di un paese diverso, il Marocco. Invitandoli abbiamo tolto di mezzo la loro diffidenza. Ci siamo parlati, ci siamo conosciuti un po' meglio. Abbiamo riso insieme.

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